Noto capitale del barocco siciliano. Sorge come un piccolo gioiello arroccato su un altopiano che domina la valle dell’Asinaro, coperta di agrumeti, mandorleti e alberi da frutto.
La sua bellezza, così armoniosa da sembrare la scena di un film, nasce da un evento tragico: il terremoto del 9-11 gennaio 1693, che in questa parte di Sicilia portò distruzione e morte, ma diede anche un forte impulso alla ricostruzione, alla rinascita. Prima di allora, la città sorgeva a 10 km di distanza sul Monte Alveria.
Di origini assai antiche, Noto diede i natali a Ducezio, che nel V sec. a.C. fece tremare i Greci per aver fatto insorgere contro di loro i Siculi.
Dopo il terremoto del 1693, per la ricostruzione, dopo ampio e vivace dibattito, venne scelto un luogo meno impervio del sito montano e più vasto, tale da permettere la realizzazione di un impianto semplice, lineare, con intersezioni ad angolo retto e strade parallele ed ampie, secondo il nuovo gusto barocco.
Le vie principali di Noto corrono da est a ovest perché il sole le illumini lungo tutto il suo percorso quotidiano.